10 anni e più controcorrente: Locomoctavia vince il Premio Andersen puntando tutto sull’audiolibro.

L’audiolibro è un viaggio sensoriale, capace di restituire valore alle parole e all’arte del racconto. Ogni giorno, con Tanja Fior, Daniele sceglie, registra e promuove storie, fiabe e racconti senza tempo. Scopriamo come funziona quello che è stato riconosciuto Miglior Progetto Editoriale.

Prendiamo Letteratura internazionale per l’Infanzia, capacità attoriali, musica, teatro, illustrazioni e coraggio, ed ecco Locomoctavia. L’ottimo risultato però non è garantito per tutti. Ci vogliono l’esperienza e la visione di Daniele e Tanja Fior a fare la differenza.

Siete editori e producete audiolibri, come funziona questo lavoro?
“Per prima cosa, serve avere senso della posizione. Chi registra un audiolibro non è il protagonista: il protagonista è il testo e tu sei il tramite. Quando riesci a scomparire, l’ascoltatore entra davvero nella storia. Ecco, lì avviene la magia”.

Daniele e Tanja Fior alla cerimonia del Premio Andersen. Foto di Mara Pace ©

Cosa rappresenta per voi il Premio Andersen?
“È un riconoscimento al valore del tempo, dell’ascolto, della cura. È un premio che valorizza il lavoro su un mezzo apparentemente evanescente come l’audio. Proprio per questo lo considero straordinario. Riguarda qualcosa che non si vede, ma che può arrivare molto in profondità”.

Locomoctavia si muove in modo non convenzionale:
“L’audiolibro per me, per noi, è ben più di una semplice lettura registrata. È un atto creativo. È un altro testo che prende vita, costruito con voce, suoni, silenzi, atmosfere. È un ponte tra la storia e chi ascolta, ma anche un viaggio dentro la storia stessa, che ti costringe a viverla”.

Quanto lavoro c’è dietro un audiolibro ben fatto?
“Tanto. E non solo in termini tecnici. Ogni titolo richiede mesi di lavoro. Pensa che per Moby Dick abbiamo impiegato quattro mesi, di cui un mese e mezzo solo per la registrazione. La mia giornata era scandita: la mattina registravo, il pomeriggio correggevo, la sera preparavo le letture del giorno dopo. Quando ho finito, per un po’ ho sentito come un vuoto”.

Una bimba ascolta un audiolibro. Foto di Giuliegiordi ©
Foto di Locomoctavia ©

Avete puntato sulla fisicità del prodotto, come mai?
«Sì, abbiamo scelto il Cd in un mondo dove tutto è liquido e digitale. Volevamo qualcosa che i bambini potessero toccare, maneggiare, sentire proprio. Non un’app per il cellulare da cui arrivano mille notifiche, ma un oggetto dedicato solo all’ascolto e a loro. Lo abbiamo arricchito con illustrazioni artistiche, vere e proprie opere da appendere. L’audiolibro diventa anche visivo, ma in modo non invasivo, come un’opera illustrata”.

Si avverte anche una dimensione “artigianale” del suono: avete registrato anche in esterna?
“Sì, subito dopo il lockdown, in un momento in cui i luoghi erano silenziosi come non mai. Abbiamo registrato suoni ambientali veri, con microfoni immersivi. Rumori di passi sull’erba, temporali reali, campi senza motori. Un’Italia senza rivoluzione industriale, per così dire. Un’occasione da cogliere”.

Mi capita spesso di ascoltare audiolibri, anche mentre corro. Posso ricordare dove mi trovavo in corrispondenza di un preciso passaggio del romanzo ascoltato. L’audio è anche memoria fisica?
“Assolutamente sì. L’audio entra nel corpo. Ti accompagna, pur senza importi nulla. A differenza del video, non ti dà immagini: ti lascia lo spazio per immaginare».

Alice nel Paese delle Meraviglie. Foto di Locomoctavia ©

LA MOTIVAZIONE DELLA GIURIA (Premio Andersen):
Per il coraggio di una proposta indipendente di altissima qualità, che recupera il valore della parola e la delicatezza del gesto, dando importanza alla scelta di ogni storia, alla riscoperta degli autori, senza facili occhieggiamenti alla didattica, ma mettendo al centro la bellezza del leggere. Per aver saputo proporre, in un mondo in cui l’ascolto è sempre più digitalizzato, l’alta qualità del disco come strumento di condivisione, sottolineando il valore della registrazione e la cura della realizzazione, e offrendo un esempio di etica progettuale dalla parte dei lettori.